VITTORIO GASSMAN.Vittorio Gassman, vero cognome Gassmann OMRI (Genova, 1 Nel 1960, mi trovavo in Cirenaica (LIBIA) per conto della Fondazione Lerici del Politecnico di Milano. Una squadra di 14 topografi, due specialisti del tellurometro. Figlia di Ercole Costantini e Geltrude Montori, nel 1919 si spos El cine mudo Primeros pasos. Se ha calculado que hasta 1930 se realizaron 9. The Edinburgh Journal of Gadda Studies— I —Li associati cui per pi. Ogni fatto o atto della vita e della conoscenza . Si direbbe riparasse, codesta coscienza, di l. Seminato il vento machiavello d’una sua brancolante alleanza, ricolse tempesta issofatto dalla maramaldosa pugnalata inferta a un morente popolo. Securo come il fulmine di quel tal securo, larg. No, no, no, Polonia, Danemarca, Norvegia, Franza, Scrotoslavia, Lucimburgo, Turchia, Sguizzara, tutta Grecia e Spagna, e dimenticavo Portogallo, e fino l’Andorra e ’l San Marino, che son minime repubblicuzze ne’ monti, no, no, le non si sono alleate alle belve, le non sono slittate sfinctericamenie alle guerre omicidiali dell’imbianchino. Egli, dico il Cupo nostro, e’ volle da prima alla su’ gloria, minacciosa gloria, la baggiana criminalata ad Affrica: ch’era del caff! Tutti i modi, i metodi, le tecniche, le singule operazioni e le discipline della mente sono chiamati a soccorrerci. L’atto di conoscenza con che nu’ dobbiamo riscattarci prelude la resurrezione se una resurrezione . Quest’atto sacrale si attiene a tutte le ripartizioni del conoscere, a tutti gli argomenti del dire. Tutti i periti, e d’ogni sorta medici, hanno e aranno discettare sulla maialata. Il giurisperito in primis, come di fatto accade gi. Lo storico delle religioni ci si far. L’economista, da indagare, conoscere e certificare il nocumento e gli irreparabili guasti e mal’anni da cotai Soloni e Licurgi alla economia pubblica e alle private sustanze inferti, i presenti e i rimoti e scordati, con la rovina e con la distruzione di quella. Lo studioso di scienza delle finanze, da misurare con il metro del terrore la caduta de’ bilanci di stato, ch’erano ottimi od almeno onesti, e in genere l’entit. Ipotecava il futuro da rattoppar le tasche, le buche tasche al presente: carpiva imprestiti e sovvenzioni ai fondi matematici delle assicuratrici da cavar piscine nei monti dove nissune genti vi guazzavano, ch’il potei constatare con gli occh. E da poi l’igignere ci dir. La Italia la era padronescamente polluta dallo spiritato: lo spiritato l’era imperialmente grattato e tirato a prurigine dal plauso d’un poppolo di quarantaquattro milioni di miliardi d’animalini a cavatappo. Ch’era le millanta volte meglio. Ergo: la Italia ventitr. E che il giudice mi tagli mano, se questo che qui non . Il suggeritore fu lui il Ministro, Primo Ministro delle bravazzate, lui il Primo Maresciallo (Maresciallo del cacchio), lui il primo Racimolatore e Fabulatore ed Ejettatore delle scemenze e delle enfatiche cazziate, quali ne sgrondarono gi. Una istrombazzata di parole senza costrutto, ch’erano i rutti magni di quel furioso babb. La Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia abbozzava: ingollava e defecava la legge. Una sorta sozza di bugia, una mentira senza scampo e senza riscatto veniva intessendosi e trapuntandosi in que’ raduni. Porgeva egli alla moltitudine l’ordito della sua incontinenza buccale, ed ella vi metteva spola di clamori, e di folli gridi, secondo ritmi concitati e turpissimi. La moltitudine, che al dire di messer Nicol. Su issu’ poggiuolo il mascelluto, tronfio a stiantare, a quelle prime strida della ragazzaglia e’ gli era gi. Gosue' Carducci Nato nel 1835, Giosu Per saperne di piu' sull'associazione clicca qui. La Nuova Evangelizzazione, che, ancora oggi nel terzo millennio Indi il mimo d’una scenica evulvescenza, onde la losca razzumaglia si dava elicitare, properare, assistere, spengere quella foja incontenuta. Il bombetta soltanto avea nerbo, nella convenzione del mimo, da colmare (a misura di chella frenesia finta) la tromba vaginale della bass. Una bugia sporca, su dalla tenebra delle anime. CINEMA SOTTO LE STELLE ARENA DATURI - Viale Risorgimento - Piacenza 24/06/2016 - 03/09/2016. Organizzato da: Cinemaniaci Associazione Culturale. Dalle bocche, una bava incontenuta. Cuce il sacco delle sue vantardige un gradasso: capocamorra che distribuisce le coltella a’ ragazzi, pronto sempre da issu’ poggiuolo a dismentire ogni cosa, a rimentire ogni volta. Questo, ventun anno! Ventun anni di boce e di urli soli del frenetico, come ululati di un bieco lupo in tagliola: o di que’ sinistri berci de’ sua compiacenti, in ogni piazza, e de’ sua bravi acclamanti. Ventun anno: il tempo migliore d’una generazione, che . Per silentium ad senectutem. Vorrei, e sarebbe il mio debito, essere al caso d’aver dottrina di psichiatra e di frenologo di studio consumato in Sorbona: da poter indagare e conoscere con pi. Da discrivere e pingere in aula magna que’ due mascelloni del teratoc. Da giuntarvi, a tanta lezione, un’altra ancora non meno vera circa la ebefrenica avventatezza del contubernio e della coorte pretoria: ed altra ed altre circa la demenza totale d’un poppolo frenetizzato: che prestava le sue giovani carni, muscoli e petti in parata, a tutti i mimi imperiali del mortuario smargiasso, avendolo inargentato salvatore della Patria. E vorrei e dovrei pur essere un frenologo di quelli da mille lire a consulto: vedutoch. Pure la sudicia e sanguinaria follia di Nerone, e la psicosi cupa di Tiberio, senescente in suspicione e in libidine, resurgono ad atto da le lor pagine: quasi nella distretta evidenza d’un referto peritale. Revivono, operatrici folli, non soltanto per s. Rivive nelle pagine del duca di Saint- Simon, con tutta la mirabile galleria de’ ritratti e de’ nasi, de’ parlanti e semoventi nasi e ritratti, ci rivive e ci siede in mezzo e si accomoda ancora le brache, distolto a pena il sederone di seggetta, quella tacchinesca maest. Facciamola a intenderci: n. Donde, a livellare duchi a Versaglia, e a coagularvi in una reverenza a palazzo le disperse e multiformi posizioni del diritto vecchio, quella pompa centrogravitante, quel ragnatelo del cerimoniale, a seggetta e a sala, ed a tavola: e i subjuganti festini. Tanto meno poi la potrebbe accodarsi, dico la funeraria priapata di codesto cervellone, a’ moltiplicati moduli d’una reticenza pensosa, d’uno stanco desiderio della solitudine propria, d’un disdegnoso dispregio delle mandre e delle dignit. Che avea gestito la responsabilit. Claudio Nerone Tiberio Cesare, agli anni suoi, rampoll. Ripeteva il suo sangue, e il cognome, dal liberatore d’Italia: il cognome claudio lo si leggeva nel greto del Metauro. Avutolo, a cinquantase’ anni, lo resse. Militare, e quale!, non ministr. Posasse in pace, rifiatasse almeno qualche anno ancora, per venire ad aratri, il vecchio carcassone romuleo! Tiberio Cesare antepose per tal modo la incolumit. Ne oblivimini, quaeso. Date suum unicuique. Questo qui, Madonna bona!, non avea manco finito di imparucchiare quattro sue scolaresche certezze, che son qua m. Pervenne alle ghette color tortora, che portava con la disinvoltura d’un orango, ai pantaloni a righe, al tight, al tubino gi. Con que’ du’ grappoloni di banane delle du’ mani, che gli dependevano a’ fianchi, rattenute da du’ braccini corti corti: le quali non ebbono mai conosciuto lavoro e gli stavano attaccate a’ bracci come le fussono morte e di pezza, e senza aver che fare davanti ’l fotografo: i ditoni dieci d’un sudanese inguantato. Alla feluca, pervenne. Di tamburo maggiore della banda. Pervenne agli stivali del cavallerizzo, agli speroni del galoppatore. Pervenne al pennacchio dell’emiro, del condottiere di quadrate legioni in precipitosa ritirata. Il coltello del principe Maramaldo: argentato, dorato: perch. Sui morti, sui mummificati e risecchi dalle orbite nere contro il cielo, (di due rattratte mani scarafaggi al deserto), sui morti e dentro il fetore della morte lui ci aveva gi. Per la pompa e la priapata alessandrina. E la differenza la sapete bene qual . Non direi «pilotando perzonalmente» stavolta: la caccia di Montgomery, bastava appena che glie ne balenasse l’idea, al buon uomo, che lui subito si sentiva i borborigmi nella epiz. Mi duole (per modo di dire) non aver partecipato la guerra a fisarmonica della via Balba futtuta: o guerra a pendolo, se pi. Attinse anzi a giorni tal fase di fulgore e di colorata espressione, in contrasto ai flans della servilit. La corona del martirio inutile dopo l’assurdit. Coi pantaloncini del ballila: e con lo schioppetto: bono, chello! Al varco dei ventun anni la tenebra. Priapata in rientro, con tutte le porche pive nel sacco. Profuso vanamente: salvo che a confessare il coraggio, l’astratta dedizione a una storia mancata. Confessori del dovere militare! Dentro la luce sanza fine, lungo i millanta milliarii della via Balba, ecco, a vent’anni, la sposa nera. Mareggia ivi la Sirte al deserto: dal piano di lapisazzurro la cimasa inane delle spume si avventa, latrando, contro il foco e la inanit. Spaparanzato in sulla prima sponda, sicch. D’in sulle sponde del suo sacro fiume il Gang. Avendomi natura ed astro, con luna in sizigia e da vederla intera, purtuttavia provveduto d’un naso, and. Grufolavo pazzo in quell’Aventino di glorie, ne rifuggivo fustigato da non iscorgevo Chi, attingevo in un’allucinata silloge il meccanismo vero e secreto della consecuzione: sopra le quadrighe dorate e le ghirlande, il nero configurarsi della vendetta. La nube fumogena delle frasi cel. Che consegna ad abisso qualunque si add. Lui, il lungimirante, impose prima (curtello a la cintola), di poi avea l’aria d’implorare da tutti, guaiolando, come un canin pestato, il silenzio. Tantoch. Mi propongo annotare ed esprimere, non per ambage delfica ma per chiaro latino, ci. Tesi vana, antitesi barocca, e ruffiana sintesi. Che ci ballano, a stratti, la loro ossitona e zoccolata giga d’attorno: d’attorno al sangue, alla vergogna e al dolore: come le tre versiere shakespeariane da torno il caldaro de’ loro malefiz. Bene, ti dico, statti cheto: sta’ bono: ch. Quanti giorni o mesi hanno i tiratori indugiato, dalle lor fenestre e dagli abbaini, da stendere in sulle selci per le vie di Firenze le donne, o i giovini volontari d’i’ Mmugello e d’i’ Vvaldarno che salutavo a i’ ppalagio, nella triste luce? Un attimo: e il mondo spento, e per sempre. Gli storici magni non hanno registro ai concussori e falsar. Certi istorici non fanno computo bastevole del «male»: e del «problema del male»: parlano come se tutto andasse per il suo verso, come se non le fussero tutte le deviazioni infinite che conosciamo, i ritardi, i ritorni, i ponti rotti, i vicoli ciechi della storia. Noi vogliamo ricostituire, meglio anzi, costituire una buona societ.
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January 2017
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